Ossidazione delle emissioni dalla combustione di biomasse su scala industriale

Molti degli inquinanti create dall’incendio di biomasse sono il risultato di una combustione incompleta, per esempio il monossido di carbonio. I COV (composti organici volatili), i composti catramosi, ecc.. L’ossidazione catalitica può essere considerata quale processo secondario di combustione in cui qualsiasi composto organico residuo della combustione primaria viene ossidato in diossido di carbonio e acqua.

L’ossidazione catalitica dipende dalla temperatura e, in genere, richiede temperature di 250-450°C per essere efficace. Tuttavia, ciò è marcatamente inferiore a quanto richiesto per le tecniche di ossidazione non-catalitica, quali l’uso di postbruciatori, e di conseguenza rappresenta spesso una soluzione più economica e rispettosa dell’ambiente.

Nella progettazione di un sistema ossidativo catalitico per un’applicazione di biomasse su larga scala, la temperatura dei gas dei condotti è sempre la prima a essere presa in considerazione. Il passo successivo è di pensare agli scarti e alle polveri, per garantire che la progettazione del convertitore catalitico ne prevenga il blocco. In terzo luogo, dobbiamo considerare le sostanze corrosive nel gas del condotto, quali lo zolfo e il cloro, che possono abbreviare il ciclo di vita del catalizzatore se non vengono adoperati rivestimenti speciali.

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